sabato 31 ottobre 2009

La notte di Pegaso.




La notte di Pegaso. Riflessione di Giovanni Franzoni.


Riceviamo, con immenso piacere, da Giovanni Franzoni della Comunità Cristiana di Basa di San Paolo di Roma, una piccola riflessione che pubblichiamo.

http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Franzoni


Sere or sono, abbiamo appreso da Angela junior, quanto d’altronde già sapevamo, che l’ossigeno è all’origine della vita e costituisce una sorta di alimento di tutte le vite. Quello a cui non avevo pensato è che non si può escludere che io abbia respirato lo stesso ossigeno che ha alimentato il cervello e la vita di Napoleone.

Francamente mi sentirei meglio a pensare di aver respirato l’ossigeno prodotto dalla sintesi clorofilliana dei nostri boschi o almeno da quello passato per i polmoni ed il cervello di un pastore abruzzese.

Però, non proprio dell’ossigeno volevo parlare coi giovani del mio tempo, ma di un altro circolante che respiriamo e di cui ci nutriamo: la libertà.

Quando, dopo anni di educazione al credere, obbedire, combattere, nella seconda metà degli anni quaranta, sentimmo parlare per la prima volta di libertà, ci fu somministrato un ammonimento: la tua libertà finisce dove comincia la libertà del tuo vicino. La raccomandazione era giusta ma limitativa. Era riduttivo ignorare la funzione colloquiale e incentivante della condivisione delle libertà. Crescere fra persone libere significa apprezzare e nutrirsi della diversità e della creatività delle libertà. Se coabiti con persone non libere ti verrà ben presto la tosse o addirittura la melanconia. Liberarsi insieme e respirare della libertà degli altri è molto più importante del non mettere i gomiti sulla tavola, per non togliere spazio al tuo vicino.

Non so se proprio a questo stesse pensando Pegaso, in quella notte umida e scivolosa di ottobre, mentre usciva dalla discoteca vestito un po’ fricchettosoma immaginando “domani si veste mod”.

Incappato in un gruppetto di annoiati, c’è stata una provocazione e, alla legittima reazione di Pegaso, il pestaggio.

Ora siamo tutti a pensare a quel naso rotto, a quelle costole fratturate e a quella fantasia umiliata e intimidita. Quale la punizione da comminare, una volta individuati?

La prima cosa da fare è di incitare Pegaso a riprendere a volare, altrimenti è sconfitta per tutti. Poi, beato chi ci riesce, bisogna trovare il modo di comunicare e di espandere la gioia di vivere e la ricchezza della diversità. Chissà che qualche annoiato non decida per la libertà di vivere e di essere diversi!


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