venerdì 6 novembre 2009

«Xenofobia, allarme giovanissimi»

«Xenofobia, allarme giovanissimi»
Alemanno: è un veleno che contagia sempre più le nuove generazioni
di GIULIO MANCINI

Il clima si stava facendo d’emergenza. Troppi episodi di pestaggi per futili motivi o, peggio ancora, per intolleranza etnica con giovani italiani nelle schiere degli aggressori. Un fenomeno tanto preoccupante che la polizia ha persino messo in piedi una speciale squadra anti-gang giovanili.
L’individuazione da parte dei carabinieri e la denuncia di due gruppi di bulli accusati di almeno tre episodi ma indiziati anche di altri fatti violenti, restituisce serenità ai residenti di Acilia e di Ostia. «Voglio complimentarmi ancora una volta con l’Arma dei carabinieri riassume il sindaco Gianni Alemanno, interpretando il clima d’apprensione del territorio I militari, dopo i controlli effettuati nei giorni scorsi a seguito di alcuni episodi di aggressioni a sfondo razzista contro immigrati stranieri, hanno proceduto all’identificazione e alla denuncia dei presunti responsabili. Sgomenta, piuttosto, vedere la giovane età degli accusati: un dato che deve farci riflettere. Il veleno della xenofobia sta contagiando sempre più i giovanissimi. L’intolleranza non deve avanzare e tutte le istituzioni e le forze politiche devono collaborare per estirpare questa mala pianta. È fondamentale, per questo, che vi sia la garanzia della sicurezza per tutti, italiani e stranieri; che la pena si certa e sia scontata per intero. Messaggi simili a quelli connessi con le scarcerazioni facili, ancorché frutto di sentenze approfonditissime emesse da espertissimi giuristi, appaiono in ogni modo messaggi negativi che sanzionano lo Stato come incapace di assicurare il rispetto delle regole».
«Mi auguro che ai responsabili vengano comminate sanzioni adeguate alla gravità del reato commesso» aggiunge Giacomo Vizzani, presidente del XIII Municipio.
Reazioni alla denuncia delle baby gang arrivano anche dal mondo giovanile. «Non vogliamo che questo fenomeno delle baby gang faccia generalizzare il giudizio sui giovani di questo territorio osserva Marco Genovese, 23 anni, studente di Economia e portavoce del gruppo Ostia di ”Libera” Chi va in giro a fare il bullo e a picchiare gli stranieri è una minoranza. Moltissimi sono quelli che si dedicano ad aiutare il prossimo, al volontariato, all’assistenza gratuita. Per esempio, il nostro gruppo attivo nell’educazione alla legalità e impegnato nella lotta alle mafie, sia a scuola che con diverse altre iniziative, conta decine di ragazzi dai 16 ai 35 anni che lavorano attivamente per quegli obiettivi. Forse la violenza giovanile per essere sconfitta avrebbe bisogno di modelli sociali e opportunità diverse nelle zone critiche del litorale».
«Quei violenti sono vittime dell’ignoranza e dell’incapacità di capire il diverso è il parere di Marzia Pitirra, 24 anni, iscritta a Lettere e animatrice di ”Ostia per l’Africa” e del ”Gruppo sociale giovanile” Dispiace che per pochi sbandati bisognosi di aiuto si accomunino tutti gli altri ragazzi di Ostia. Le forze dell’ordine fanno bene a reprimere il fenomeno ma è importante anche attivare circuiti di sostegno e di comprensione delle dinamiche che sono alla base di quei comportamenti deviati».

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