lunedì 2 novembre 2009

Manifestazione ad Ostia: 'Mò basta con le aggressioni e la paura'
















Stefania Carlucci per Radio Città Aperta

01-11-2009/18:24 --- Circa trecento persone – con uno sproporzionato dispiegamento di forze dell’ordine - hanno partecipato ieri pomeriggio alla manifestazione organizzata ad Ostia per dare un segnale forte e chiaro contro l’intolleranza fascista. Il vile attacco da parte di tre giovani di estrema destra ai danni di un giornalista trentenne al grido di “frocio comunista” ha mobilitato la parte più attiva della cittadinanza insieme a numerose associazioni che già operano sul difficile territorio del Lido di Roma.
“Ho aderito come cittadino perché sento che questa città è sempre meno sicura – ha dichiarato Filippo Lange, dell’Associazione Culturale Affabulazione – E’ diventato un luogo questo, dove la notte non si può più girare tranquilli, e per essere aggrediti basta essere vestiti in maniera eccentrica. Una società che si definisce civile non deve permettere questi episodi. La città che sogno è una città che offre ai giovani alternative a questa sottocultura. Mi rivolgo al Municipio: Quali politiche giovanili sono state messe in atto in questo anno e mezzo? Perché non viene riaperto il Teatro del Lido, che è l’unico pubblico di questo quadrante? Il presidente Vizzani sta affossando anche il progetto della Casa della Cultura, dimostrando la sua non volontà per creare una vera alternativa ai giovani del territorio”.
Il corteo scorre lento tra le strade di Ostia, al ritmo dei tamburi dei Caracca, con gli appelli contro la violenza dilagante, che colpisce donne, immigrati e omosessuali, senza confini geografici.
Punta ad un nuovo approccio contro i “diversi” l’appello di Maurizio Carrozzi, coordinatore di Sinistra e Libertà per il XIII Municipio: “Mo’ basta significa dare un calcio all’omofobia, al sessismo e alla xenofobia, dobbiamo ritrovare la nostra dignità aiutando gli altri. Io sto bene se gli altri stanno bene, senza subire la paura che ci viene somministrata continuamente”.
Il clima di terrore che alimenta l’odio contro le minoranze, è figlio di una cultura sbagliata, che isola gli individui rendendoli cani da guardia. Le aggressioni continuano ad occupare ogni giorno spazi di cronaca, eppure dal punto di vista politico poco accade per limitare queste violenze.
“La sottocultura colpisce ovunque, generando intolleranza – grida Paula De Jesus, del Comitato Civico Entroterra XIII – Il problema sono i cervelli spenti, che usano un atteggiamento arrogante, sia verbale sia fisico per dimostrare una forza che in realtà nasconde paura. Queste persone sono riconoscibili e si aggregano tra loro diventando anche numerosi, così da far pensare loro di essere dalla parte della ragione. Le minoranze sono lo specchio della debolezza dei forti, i razzisti non riescono a sentirsi superiori alle loro vittime. E i politici, che continuano a dire che gli episodi di violenza sono casi isolati, si rendono tacitamente complici di queste assurde aggressioni”.

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