lunedì 2 novembre 2009

Da la cronaca di Roma de Il Messaggero de il 1 Novembre

Il giovane disc-jockey picchiato per i vestiti: corteo per dire “basta”

di MARA AZZARELLI

Erano quasi trecento e in un lungo corteo che si è snodato per le strade di Ostia hanno urlato la loro condanna per l’aggressione nei confronti di un giovane giornalista avvenuta per mano di una banda di balordi, al grido di “frocio comunista”, l’altro sabato sul litorale romano. Ieri pomeriggio non c’erano bandiere, simboli politici o stemmi.
«Non si è ancora ripreso - racconta Giulio De Mattia, amico del ragazzo aggredito - Se n’è andato da Ostia per qualche giorno. Vuole stare lontano dal luogo che gli ricorda quanto accaduto ma anche dall’attenzione delle persone. E’ un ragazzo gentile e minuto, e quella notte ha pagato per la fantasia con cui ama vestirsi. Lo stesso motivo per cui quei tre lo hanno etichettato come gay. Sappiamo che gli fa piacere quello che abbiamo organizzato per lui ma non se l’è sentita di venire». L’amico poi s’interrompe e riprende: «E’ la terza volta che gli succede. La terza volta che viene picchiato. Sempre a Ostia, sempre forse per quella fragilità così evidente che lo rende una preda ideale per i vigliacchi». A organizzare il corteo, in cinque giorni e un rapido passaparola su “facebook”, è stato il comitato civico “Mo’ basta”. Hanno aderito associazioni, comitati di quartiere, scuole e ragazzi che si sono uniti senza appartenere ad alcun gruppo ma solo con la voglia di partecipare. A rappresentare l’amministrazione municipale è stato il capogruppo del Pdl Salvatore Colloca.
«Ho preso parte a questa iniziativa - afferma - in rappresentanza del presidente Vizzani e di tutta la maggioranza unita nell’unanime condanna di ogni forma di omofobia, aggressione e discriminazione. Credo sia indispensabile lo sforzo di tutti e la collaborazione di ognuno per costruire giorno dopo giorno una società migliore. Il recente episodio di violenza che si è registrato a Ostia è un atto grave che non va assolutamente ridimensionato e su cui tutti dobbiamo riflettere».

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