giovedì 29 ottobre 2009

Il vuoto a perdere.


Ci sono spazi che devono rimanere vuoti e spazi che vanno riempiti.

Uno spazio da mantenere tale è lo spazio vitale, intendendo la possibilità per ognuno di noi di potersi esprimere, vestire, rapportare con la vita, amare come la nostra coscienza ci consiglia.
La libertà di poter rientrare ad esempio a casa, alle quattro di mattina, con la certezza di rientrarci intero.

Uno spazio da riempire è lo spazio culturale.
Se lasciato come un campo incolto, non si cura ed non si arricchisce con dei buoni elementi nutritivi, diventa un campo di erbaccia, dove quest'ultime possono arrivare se non contrastate, a soffocare le erbe buone.
La mancanza di investimenti nelle attività di educazione sociale, di offerta di spazi dove il libero, ma civile, arbitrio possano trovare spazio, si sviluppano in un cancro che in vari modi consuma la nostra comunità dall'interno.

La manifestazione di Sabato è, per mio conto, il tentativo di rispondere ad un furto.
Il furto della nostra vita e della libertà di vivere il nostro ambiente in lungo ed in largo.
Una persona che subisce una violenza del genere, ne porta i segni sul corpo per giorni, ma nella testa per anni, forse per sempre. Comincerà a rifiutare il proprio ambiente soffocato dal ricordo e può innescare un distacco, che può avere notevoli effetti sulla persona stessa.

La notizia dell'aggressione di qualche giorno fa è stata recepita dalla gente comune come un ennesimo episodio di discriminazione, ultimo di una nutrita serie, preoccupante anche per le caratteristiche vigliacche dell'atto.
Nella vita ci si incontra, ci si scorntra, si possono avere idee opposte, ma quando si arriva ad uno scontro più fisico, che almeno siano rispettate regole d'ingaggio da uomini veri.
Quattro persone che ne aggrediscono una, per giunta minuta nel fisico, si commenta da sè.

Non devono esserci in una città civile zone d'ombra, territori lasciati alle manifestazioni di stampo fascista; la cittadinanza deve riprendersi il proprio spazio e far arrivare il proprio giudizio a questi presunti giustizieri di non si sa cosa.

Sabato mattina ricominciamo a fare proprio questo.
Chiedo a chiunque voglia rispondere agli atteggiamenti fascisti e discriminatori di certe persone, di venirlo ad urlare con noi.

Libera Associazione di cittadini "Mò, basta!"


nella foto: Ezio Marinoni - Corteo in ricordo della Shoah.
2004 Olio su tavola - 115x100

Nessun commento:

Posta un commento